Difficile sbilanciarsi quando ci si trova a trattare un lavoro tanto breve ma per i Castadiva , pur evitando volutamente termini altisonanti, ci sentiamo di affermare con una certa sicurezza di trovarci davanti ad una band matura, ispirata e dal potenziale enorme.
Il loro ep contenente quattro brani - di No è proposta una radio edit oltre alla versione base - è una interessante testimonianza di un lavoro di qualità elevata che ben lascia sperare per il futuro dell'ensemble. Variegata, pur nella sua brevità, è la proposta della band che dimostra di saperci fare sia con il rock di stampo convenzionale (la già citata No ) sia con quello più intellettuale messo in mostra in Nerone . Un brano, quest'ultimo, che tradisce l'influenza dei C.S.I. , palpabile, oltre che nel testo, anche nel cantato e nelle sinuose trame chitarristiche che si impiantano su solide basi ritmiche. Le coordinate sonore cambiano ancora in Insopportabile - qui ci sintonizziamo dalle parti dei Mercury Rev - in cui una strofa introspettiva e dall'attitudine quasi cantautorale trova nella psichedelia una ottima evoluzione di sè.
Se sulla lunga distanza i Castadiva reagiranno altrettanto bene, allora potremo dedicare loro quegli applausi che già adesso ci formicolano tra le mani.
30-05-2004
Castadiva [Lombardia]
ep
di Alessia De Luca (e-mail: alessia(at)rockit dot it)
Probabilmente qualcuno storcerà la bocca di fronte al mio giudizio su questa
formazione lombarda. La band in questione ha infatti tutti i connotati
importanti per meritarsi una recensione con tanto di cappello: arrangiamenti
perfetti, abilità di percorrere con eleganza i diversi generi (risultando
ottimi sia nel rock cantautorale che nell'approccio dark pschedelico),
tecnica e voce di alto livello e un bagaglio culturale ragguardevole.
Premettendo che un ep di quattro tracce (di cui "No" in doppia versione)
ha
il potere di abbagliare - e far sbagliare allo stesso tempo, l'opera degli
angoscianti Castadiva mi lascia turbata ma col senno del dubbio. O meglio:
di qualcosa che manca e che non è venuta del tutto fuori dalla personalità
della band. L'ep nel complesso non ha smosso il termometro del mio 'good
vibe' di molto; uno strano effetto in realtà, considerando la piacevole
materia (di genere e influenze) di cui i Castadiva si fanno portatori. La
loro musica è pregna di oscure incandescenze, indolenti distorsioni e
psichedelia statica - che di più statico c'è solo il Colosseo (tanto per
citare l'ode romana in "Nerone"). Una new-wave di fondo contraddistingue
l'anima della band visibilmente cresciuta "in abito scuro e inizi anni' '80"
(da Cure ai nostrani C.S.I., da cui riprendono le scale vocali e i secondi
cori in "Nerone"); tracce di futuro spuntano nell'incalzante "No", song
definita da un timbro vocale a tratti ovattato e tastiere come filo
narrante, strutturata ottimamente anche se qualche sintomo di noia non tarda
ad arrivare dopo ripetuti ascolti.
E se state pensando ad una stroncatura velata sotto gli eufemismi, vi farò
subito cambiare idea: se due brani potrebbero far crescere le angosce di
tutti i musicopatici, la sorpresa arriva con "Insopportabile". Se i
Castadiva fossero quelli di questa canzone, allora sarebbero figli della
poesia d'autore e avrebbero sangue tristemente - eppur beatamente - inglese;
"Insopportabile" incede infatti con un intro alla Pink Floyd, come una
fotografia in movimento annebbiata da "Desert songs" dei Mercury Rev,
penetrante nel suo crescendo inquieto che, in qualche modo bizzarro, mi fa
pensare al pathos di "Bellissima" della nostra Bertè (lo stesso
pianoforte!), solo più spoglia di chitarre e con le pile scariche.
E se questa recensione vi lascia un po' confusi e contrariati, allora bene:
sono così riuscita a rendere il senso dei misteriosi Castadiva.
+++++++++++ROCKOL
Se il rock era musica di strada, muscoli, sudore, tensione fisica, ora non lo è più. O perlomeno non è più solo questo. La riprova
sta anche in questi Castadiva, all’ottavo anno di vita e al primo lavoro
discografico. Non sono la classica band venuta su da garage o cantine, ma sono
cresciuti tra studi televisivi e case editrici. Infatti il leader, autore, cantante
e bassista del gruppo è Paolo Mosca, che di mestiere fa il regista e
autore tv. Per di più al disco partecipa come produttore esecutivo anche
l'editor della Bompiani, Elisabetta Sgarbi, che presta fra l’altro anche
la voce e qualche momento dell’album.
I testi sono visionari, umorali, subliminali, ben costruiti; le rime sono, se
non ricercate, perlomeno cercate. Dietro c’è un buon bagaglio culturale
(l’inciso in inglese di Danzaè preso dall’Otello di Shakespeare),
che è evidente anche dal titolo: lo schwa è la e muta inglese,
simbolo, secondo il gruppo, della discrezione, che è, sempre secondo
loro, il tema del disco.
Musicalmente siamo tra dark e sonicità. A parte qualche ingenuità
il risultato finale suona indubbiamente bene, la produzione è eccellente,
sonorità e arrangiamenti sono impeccabili: ma sostanzialmente i Castadiva
non hanno inventato niente di nuovo. Impossibile infatti non parlare delle forti
influenze riscontrabili nella band. Si possono riportare quelle citate nella
cartella stampa dal gruppo stesso: Mercury Rev, C.S.I., Pixies, Cranes, alle
quali si potrebbe tranquillamente aggiungere una lunga lista di altri gruppi.
Il fatto è che in alcuni brani il peso derivativo è davvero eccessivo.
Ad esempio Spettinata riprende pari pari alcuni tratti caratteristici dei CSI
a partire dal modo di usare la voce.
Nonostante questo, Dalla parte di Schiwa pare comunque un prodotto onesto. E’
già qualcosa.(Francesco Casale)
++++++++++++ROCKIT
In una piovosa serata di Milano è bello imbattersi in una realtà
di grande pregio nel panorama della musica italiana che si potrebbe definire
colta. Castadiva è il nome della formazione milanese attiva dal ’98
che da pochissimo ha pubblicato il suo primo disco autoprodotto distribuito
solo via internet sul sito http://www.castadiva.it .
I brani di [dalla parte di Schwa ], fonema che da il titolo al disco, disegnano
tratti di musica che sposa con la discrezione della poesia tanto che pare che
le parole siano la parte fondamentale della produzione dei Castadiva. Alla produzione
di questo disco hanno anche partecipato personalità illustri della scena
letteraria italiana come Elisabetta Sgarbi, l’editrice della Bompiani che
ha fatto pubblicare il libro di Morgan dei Bluvertigo e l’autore teatrale
Antonio Rezza che ha anche prestato le parole che fanno da introduzione al brano
Ghepardo, tali parole sono recitate proprio da Elisabetta Sgarbi.
Nel suono dei Castadiva rivive lo spirito della poesia e della tensione che
essa porta, suoni cupi ed oscuri che ricordano la new-wave inglese soprattutto
Joy Division e Cure, senza dimenticare il rock anni ’70 e la psichedelica
dei King Crimson, il tutto condito con il pop più raffinato e a volte
paranoicodi Radiohead e Placebo. La voce recita le parole facendo rivivere le
sensazioni dei cantautori italiani come De Gregori o di gruppi come Massimo
Volume e Diaframma, i maestri di uno stile umorale a volte disincantato che
fa sua la drammaticità, scheggiata con sottile ironia noir.
Nel disco colpisce la capacità delle parole recitate di graffiare e allo
stesso tempo di avvolgere l’atmosfera, riuscendo nell’impresa non
facile di catturare l’attenzione all’ascolto e alla riflessione sulla
poesia degli argomenti toccati, con l’intento di fare della discrezione
arte colorata con la musica. Da notare anche la curatissima confezione del cd,
disegnata e realizzata con la collaborazione e l’artwork di Matteo Pederzini,
la cui copertina rappresenta la versione del personaggio androgino di Castadiva.
di Jarno (e-mail jarno99@libero.it)
+++++++++FRAYWEBZINE
Dalla provincia
di Milano giungono i Castadiva, visione piuttosto pessimistica che ripercorre
l'ormai celebre storia di gruppi del calibro di Mercury Rev, e Pixies. Ripercorrono
per il tipo di influenze che subiscono, perché ancora devono guadagnare
maturità, non che i brani non funzionino, ma tracce con questo delicato
equilibrio è materia complessa da maneggiare, mancano di quel qualcosa
che riuscirebbe a far emergere e dilagare maggiormente ogni brano: non sufficentemente
caratterizzati. Le capacità musicali tecniche e di arrangiamento non
sono affatto male, ma i brani si perdono un po' troppo facilmente, anche se
questa sensazione viene sicuramente ridimensionata dopo numerosi ascolti . La
traccia iniziale Diva è quella che risalta maggiormente, con quell 'andamento
dondolante quasi da filastrocca. Buona la voce, specialmente quando non gioca
a fare il Giovanni Lindo Ferretti della situazione. Assolutamente molto più
interessante la seconda parte del cd, lievemente noise e conturbante, quasi
in contrapposizione con quello che la precede, vedi "Lucy", "Ghepardo",
"Malattia". Strana cosa questa. Un disco in punta di piedi, impregnato
di qualcosa di forte, ma che ancora quel qualcosa non è messo bene a
fuoco. Basteranno alcuni piccoli ritocchi nei punti chiave per dare maturità
e convinzione ma attenzione, si tratta sempre di materiale da trattare con cura
visto la complessità di genere e suono che ne deriva. Molto ben curata
tutta la parte riguardante il progetto grafico. (Tekka)
+++++++++++ALTERNATIZINE
+++++++++++INTERVISTA
Per cominciare...quando
e come nasce il progetto Castadiva
Il progetto Castadiva nasce nel lontano ‘93. Poi subisce arresti, rallentamenti,
riprese, perché non c’è mai tempo per le cose. Si consolida
in questa formazione nel 1998 e da lì la musica assume la fisionomia
attuale e la serietà lavorativa entra a far parte delle nostre corde.
L’idea base è fare musica che a noi piaccia e che possa essere per
tutti, per un pubblico variegato e vasto, ma senza per questo trasformarsi nella
proposta musicale che ci arriva dalle major, in quel pop fatto di quattro quarti,
con melodie alla walt disney, con i soliti ritmi narrativi nell’alternanza
di strofa e ritornello, con produzioni professionalmente ineccepibili, ma sterili
e stitiche.
Lo spirito è quello del rock di prima maniera, fare canzoni con umiltà
perché c’è un sentire, e farle nella speranza di trasmettere
quel sentire. La commercialità sta in questo, non nelle pose glam e nelle
distanze divistiche. Ciò che non deve mancare in un disco è la
spontaneità. Eppure oggi la spontaneità non la vedo da nessuna
parte. Hai presente il modo di porsi (non la proposta musicale, ma l’atteggiamento)
di gente come i Jethro Tull, i King Crimson, gli Area, i Cure e, tra le cose
più nuove, i Mercury Rev? Fare musica prima di tutto per passione. Questo
siamo noi. Mi son dilungato troppo?
Da qualche mese
è uscito il vostro cd dal titolo "Dalla parte di Schwa", di
questo lavoro mi hanno incuriosito molte cose a cominciare dalla sofisticata
copertina, Chi l'ha realizzata? Cosa rappresenta il personaggio sulla copertina...?
La copertina è stata realizzata da Matteo Pederzini, un nostro amico,
un grafico bravissimo che si è occupato dell’intero booklet e che
oltre a lavorare sul disco realizza per noi i manifestini dei concerti e le
magliette. La figura della copertina nasce da una mia idea: è un androgino
che, toltosi gli occhialoni un po’ da aviatore e un po’ da viaggiatore
nel deserto, lascia trasparire due orbite oculari che grondano del sangue blu
(casta nobiliare), perché gli occhi li abbiamo persi da tempo. Anche
la grafica dell’interno del booklet è molto bella, ci sono i testi
ornati dalle nostre foto sdoppiate: una è la parte destra del viso e
l’altra la parte sinistra. Sembriamo due gemelli, la parte cattiva e quella
meno cattiva. Caino e Abele.
Il termine "Schwa"
per voi ha un significato particolare......
Lo schwa è un fonema, la e muta che troviamo in parole inglesi quali
the. Per noi rappresenta la discrezione. Unico vero tema del disco. Abbassare
i toni. Non prendersi troppo sul serio. In fondo, per dirla alla Carmelo Bene,
non siamo che carne umana.
Un problema da
risolvere...etichettate la vostra musica....
La nostra musica la definirei così: rock-sonico, minimal pop-dark, new
new new wave. In una parola future-retrò.
Come nascono i
vostri testi....
I testi nascono dal mio bisogno/voglia di mettere dei paletti alla mia vita.
Ecco sono qui. Ora sono lì. Ecco ho visto questo. Ecco mi son sentito
così. Oggi mi espando. Oggi mi contraggo.
I Castadiva rappresentano
un progetto musicale, che comunica con altre forme di arte, infatti vedo collaborazioni
con il regista Antonio Rezza (mitiche le sue interviste a tarda notte su rai
3!) e addirittura con l'editor della Bompiani Elisabetta Sgarbi. Come è
nato questo gemellaggio....?
Io realizzo cortometraggi, video industriali , videoclip ed altre amenità,
da sempre con impulsi più o meno rarefatti o carnivori. Dal 2000 collaboro
a quattro mani con Elisabetta Sgarbi che oltre ad essere editor in chief della
Bompiani è una regista molto brava. Insieme abbiamo realizzato moltissime
cose: Se(t)te, L’isola del tesoro, un videoclip su Nicola Arigliano, il
primo videoclip dei Castadiva (poi in autonomia Elisabetta ha di recente realizzato
anche il secondo clip presentato al festival del cinema di Bellaria), This Is
My Chocky Message (sullo scrittore inglese Hanif Kureishi), John Richmond non
lo sa, La consolazione e la spina dolorosa (su e con Manlio Sgalambro), Ancora
un po’ (con Antonio Rezza e Flavia Mastrella).
Inoltre insieme realizziamo la trasmissione tv Tutto truccato trasmessa dal
canale satellitare Netsystem.com. Per chi fosse interessato a maggiori informazioni
su questi video segnalo i siti: www.elisabettasgarbi.it e www.bettywrong.com.
Per chi volesse vedere i clip dei Castadiva ci sono due modi: il primo è
sintonizzarsi su Match Music, unico canale musicale che al momento ce li passa,
il secondo è venire alle presentazioni del disco che terremo alla Fnac
di Genova (il 28 giugno, ore 18.00) e alla Fnac di Milano (il 20 luglio, ore
18.00).
Per quanto riguarda Antonio Rezza e Flavia Mastrella, sono dei buoni amici,
con i quali sia io che Elisabetta abbiamo avuto l’occasione di collaborale
come attori sul set del loro film-sceneggiato Delitto sul Po.
Inizialmente il
vostro cd si trova solo su Internet, è stata una scelta obbligata oppure
credete che in futuro Internet possa rappresentare il principale mezzo di vendita
e diffusione discografico?
Un gruppo che si trova a realizzare il primo disco ha due chance: la prima è
affidarsi ad una casa discografica che mette i soldi, le competenze produttive
e la promozione; la seconda è far tutto da soli. La prima chance (che
non sempre si palesa, perché non è facile suscitare interesse
nei distratti discografici) garantisce:
-un cd che suoni
bene secondo i canoni della discografia globalizzata
-l’assenza di rischi economici da parte dell’artista
-la trasformazione del proprio materiale nel materiale del produttore
-le mani legate
-una fatica limitata per l’artista che è accudito e coccolato.
La seconda chance
garantisce:
-il rischio economico diretto da parte dell’artista
-la totale libertà creativa sia a livello produttivo che di promozione
-la spontaneità dei brani, il privilegio di poter essere anche ingenui
o fuori moda
-una grande fatica.
Nonostante ci fossero
degli interessi da parte di gruppi discografici ufficiali noi abbiamo preferito
la seconda chance. E le motivazioni sono direttamente legate a quanto detto
nella prima domanda. Inoltre Internet è un canale distributivo e promozionale
enorme, anche se è ancora molto lontano dalle sue potenzialità
massime. Di certo è un terreno che ti permette di essere accessibile
ed al contempo indipendente. A me non dispiacerebbe un domani di sole band indipendenti
ognuna con il proprio sito. Oggi distribuire on line preclude alcune possibilità
di vendita, sia perché molti fruitori di musica preferiscono avere un
rapporto tattile con il cd, sia perché l’acquisto su rete genera
ancora sfiducia, anche in un sito come il nostro che pur non prevede l’uso
della carta di credito. E’ per questo motivo che abbiamo appena firmato
un importante contratto distributivo con la Venus che renderà il nostro
cd disponibile in tutti i migliori negozi di musica.
I vostri progetti
futuri, live in vista?
I live a breve scadenza sono i seguenti:
-28 giugno Fnac di Genova
-5 luglio Acquatica di Milano
-7 luglio Villa Reale di Monza
-20 aprile Fnac di Milano
Inoltre stiamo
realizzando le nostre magliette, un nuovo videoclip (il terzo) e scrivendo nuove
canzoni per il prossimo album. C’è poi la possibilità di
produrre un cd rom di Dalla parte di Schwa, ma è una cosa che stiamo
vagliando con calma insieme al bravissimo web master del nostro sito, Mario
Corallo.
Quali gruppi della
scena musicale italiana attuale, vi piacciono....
Personalmente odio l’ultimo Battiato, vorrei che De André scrivesse
qualcosa dall’oltretomba e che Battisti lo aiutasse, mi manca molto Rino
Gaetano. Trovo bellissima Siamo soli di Vasco Rossi, una poesia.
Un saluto ai lettori
di alternatizine.com....
Correte a comprare il nostro cd (solo 25.000£), leggete con attenzione
le pagine di alternatizine.com, e quando avete un attimo di tempo date un’occhiata
a www.asanisimasa.net. Baci.